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Tobagismi

Il patrimonio incalcolabile del Vaticano

«Il valore del patrimonio artistico del Vaticano? Incalcolabile». A dirlo è Emiliano Fittipaldi, giornalista de L’Espresso che da anni indaga con le sue inchieste sugli scandali economici e non all’ombra della cupola di San Pietro, dopo che Papa Francesco ha dichiarato che «la Chiesa può vendere i propri beni per aiutare i poveri».

L’articolo integrale che ho scritto per “La Sestina”, la testata digitale della Scuola di giornalismo “Walter Tobagi”, lo trovate cliccando qui

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Tobagismi

La (sur)realtà argentina invade il calcio – non il contrario

Un uomo segue una partita di calcio in radio e scopre che lo stadio in cui si svolge l’incontro è solo una finzione proveniente dall’immaginazione di qualcun altro. Poi tutto scompare.

È la trama di “Esse est principi”, il racconto sul pallone scritto a quattro mani da Adolfo Bioy Casares insieme al maestro del surrealismo argentino Jorge Luis Borges. In quella storia lo stadio è il Monumental, quello del River Plate, lo stesso che è stato teatro degli scontri tra tifosi del River Plate e quelli del Boca – e la polizia.

La canzone per l’articolo è un set della dj argentina Sol Ortega.

La rivalità – In 110 anni di futbol argentino la rivalità tra Boca Junior e River Plate è stata più di una partita di calcio. Oggi il Superclasico esula da tutto questo e rimane coinvolto in implicazioni extra-sportive.

Da questione di classe, specie tra gli anni Venti e Trenta, quando le radici e la disponibilità economica dei due club rifletteva la divisione di una capitale, la rivalità in questa settimana è diventata specchio di un paese.

I due quartieri aspettano. Da un lato il barrio Palermo dei Millonaros del River, dall’altro La Boca degli Xeinezes, dal nome degli immigrati genovesi che fondarono la squadra. Un quartiere dalle origini operaie e marinare contro uno aristocratico e alto-borghese, ovvero una questione esistenziale del Novecento. Quel tempo sembra finito anche per questa rivalità, ormai macchiata da altro.

La crisi economica – C’è poca fantasia, però, nei disordini pre-match tra i tifosi del River e quelli del Boca – e la polizia. La vicenda esula dal calcio: è reale ed esprime la condizione di tutta l’Argentina. Il governo di centro-destra presieduto dal presidente Mauricio Macri è sotto pressione per l’ennesima depressione economica che affligge il paese.

In Argentina la crisi economica affonda le proprie radici al tempo della dittatura ed evoca i crack finanziari del 2001 confermando la fragilità del sistema finanziario nazionale. Che tende spesso a rendere squilibrato il mercato anche a causa di una moneta debole.

La crisi istituzionale – La popolazione argentina soffre una società contraddistinta da disuguaglianze sociali acuite da fenomeni che guastano lo stato di salute di una democrazia, su tutti: corruzione e criminalità. In questo senso, etichettare i fatti successi a Buenos Aires come episodi di mera violenza è riduttivo.

«Vergogna mondiale» è stato il titolo più utilizzato sulle prime pagine della stampa argentina per definire gli scontri, nel sentimento di sdegno il calcio svolge un ruolo marginale. C’è una crisi istituzionale importante che va oltre la capacità di un popolo di godere del solo “pane e circo”.

Paolo Galassi ha scritto su La Repubblica che dietro agli scontri di Buenos Aires ci sarebbe una ripicca da parte dei caudillos, parola dello slang argentino traducibile in “capetti”interni alla polizia.

Questi agenti avrebbero boicottato le misure per arginare i tifosi perché hanno visto uno smacco nella lotta alla corruzione portata avanti dal ministro della Sicurezza di Buenos Aires Martin Ocampo.

Le misure di Ocampo avrebbero ridotto la corruzione che unge i dipartimenti delle forze dell’ordine e questo, in tema di surreale, gli è costato il posto e si è dimesso. E nel weekend ci sarà il G-20.

La criminalità – Tra gli scontri erano presenti anche affiliati de Los Borrachos del Tablón, gang criminale nota per gestire alcuni traffici di droga nella capitale argentina.

Nel 2018 il gruppo, o barraclavas,  è stato colpito da diverse operazioni delle squadre narcotici. L’ultima ha visto il sequestro di 7 milioni di pesos, 15mila dollari in contanti e, soprattutto, 300 biglietti per lo stadio. Esatto: questa gang criminale entra ogni domenica al Monumental, dove frequenta le curve del River.

Gli stessi inquirenti pensano che la società abbia dato sotto banco i biglietti per il match. Certa è invece la simbologia e il messaggio che il gruppo ha voluto dare preferendo gli scontri e disertando il settore che occupa.

Similmente al racconto di Borges, bisogna sperare che a scomparire sia tutto ciò che circonda il Monumental. E non è il calcio.

 

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Biscotti

“Gulliver” è un blog che non servirebbe

A nessuno serve un nuovo blog. Data la premessa aggiungo che, però, stanno succedendo troppe cose intorno a me: così ho deciso di aprire questo spazio dopo essere stato obbligato a farlo.

Dall’attualità alla politica, fino alle inclinazioni personali. E forse ci sarà anche qualcosa di intimo e profondo. Vedere alla bio per avere una sorta di idea sui temi. Ci sarà una canzone per ogni post: il sottofondo che potete ascoltare oggi è del gruppo anglo-italo-olandese Gaussian Curve.

Ore prendermi sul serio per un minuto. Un mese fa ho iniziato un percorso formativo e professionale presso la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Dicono che di fatto dovrei definirmi “tobagista”, ma ho problemi a darmi etichette. Però cerco definizioni e confronti in quello che mi circonda. E se qualcosa accade è probabile che mi interessi.

Per questo motivo il blog si chiama “Gulliver” come il personaggio inventato da Swift nell’Inghilterra del Settecento. Il dottor Gulliver risponde a un desiderio errante: criticare, godere e raccontare la società che vede e le sue sfumature più o meno affascinanti che questa ha da offrirgli.

Sul blog pubblicherò anche gli articoli, i servizi e alcune cosa prodotte con sudore e succo cerebrale nelle testate della Scuola. Ci saranno, inoltre, numerosi ospiti – miei colleghi di corso, principalmente – oltre a contenuti multimediali realizzati su diversi media.

Un mio spazio già esisteva ma non ho potuto sfruttarlo: resterà nell’ombra per rispetto al nascituro. È una sfida? No. È un blog di cui si sentiva il bisogno? Già detto di no. Ma all’ombra rossa del vino che sto bevendo mentre scrivo il primo post, vi confesso che sono pronto ad accettare la cosa con piglio curioso e pieno di dubbi. Che sono le mie uniche etichette.